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le specie di Agave più comuni

Agave ferox
Pianta originaria del Messico, senza fusto e con una rosetta di foglie verde scuro con spine brune marginali e una grossa spina conica all’apice. Può raggiungere un diametro di due metri, e il ramo fiorifero raggiunge i 6-10 metri.
È coltivata all’aperto nelle zone mediterranee.

Agave Ferox

Agave attenuata

Originaria del Messico, questa pianta raggiunge il metro e mezzo di diametro, ed hanno un breve fusto eretto con una rosetta di foglie verde-grigio prive di spine.
Il ramo fiorifero è alto circa un metro e mezzo e porta un’infiorescenza ricurva formata da fiori gialli.

Agave Attenuata

Agave parviflora
Pianta Messicana di piccole dimensioni, con un diametro di 20-30 centimetri. Ha foglie verdi leggermente striate di bianco, ed i margini hanno setole bianche ed una fila di dentini. La spina apicale è dura e pungente.
Il ramo fiorifero va dai 50 centimetri al metro e mezzo, con fiori rossi.
Può essere coltivata all’aperto nelle zone calde.

Agave Parviflora


Agave echinoides
È una pianta piccola, dal diametro di circa 25-30 centimetri, con un breve fusto da cui partono a raggiera molte foglie rigide e tondeggianti, con un’unica spine apicale, nera e appuntita. È una pianta di difficile riproduzione.
Agave Echinoides

Agave americana
Originaria del Messico, questa pianta ha un diametro che varia tra 1,5 e 3 metri.
Ha foglie verdi ascendenti che si incurvano verso il basso all’estremità e con spine lungo il margine. Ha anche una spina apicale dura e lunga circa 1 centimetro.
È solitamente coltivata all’aperto nelle zone mediterranee, anche nella varietà marginata, con strisce gialle o biancastre ai margini delle foglie.
Emette lunghi rami fioriferi alti fino a 10 metri.

Agave americana

Agave: consigli su come coltivarla



Quella delle Agavacee è una famiglia composta da piante a fusto generalmente molto breve, con una rosa di foglie grosse e carnose, oppure lungo ed eretto con foglie più strette, molto spesso con una spina legnosa all’apice.
Le radici sono numerose, sottili e molo lunghe, che servono alla pianta per cercare l’acqua in profondità nelle zone aride.
Le infiorescenze spuntano all’ascella delle brattee e portano fiori con sei tepali e sei stami.

Le Agavi non sono adatte ad essere coltivate in casa ma all’esterno, a parte alcune specie di dimensioni particolarmente ridotte.

Comunque se si volesse coltivare l'Agave in vaso è bene utilizzare terriccio per cactacee, vasi in terracotta piuttosto ampi ed avere l'accortezza di ripararle dal freddo in inverno e di garantire alle piante pieno sole.

Sono originarie dei deserti aridi dell’America; sono piante perenni, e le infiorescenze si formano su un ramo fiorifero che può raggiungere anche i 10 metri di altezza. Il genere comprende circa 300 specie diverse.
La fioritura dell'Agave avviene generalmente d’estate, quando la pianta ha raggiunto ormai la piena maturità, quindi dopo almeno 15-20 anni. In vaso le agavi non fioriscono quasi mai.
Dopo la fioritura la pianta muore ma si riproduce attraverso gli stoloni o le gemme che si trovano nel fiore.

In Italia le agavi vivono all’aperto nelle zone centrali a clima temperato e nel sud della penisola. Al nord devono essere riparate in serra in inverno, perché non sopportano temperature inferiori ai 5°C.
Sono molto resistenti alla siccità mentre temono i ristagni d’acqua.
Si moltiplicano grazie ai numerosi polloni che si formano attorno alla rosetta delle foglie o attraverso le gemme del ramo fiorifero.

Innesto delle piante grasse

Ecco delle semplici istruzioni su come innestare le piante grasse, in particolare le cactacee. L'unico strumento di cui avrete bisogno è un coltello ben affilato.


Innesto a spacco o a fenditura
Viene praticato quasi esclusivamente su piante dal fusto allungato e sottile, oppure appiattito, come ad esempio Epiphillum o Aporocactus. L’esecuzione è semplice, bisogna però usare un coltello ben affilato e fare attenzione a non sfilacciare le parti tagliate.
Si esegue un taglio orizzontale sulla pianta, cioè lo si recide all’altezza decisa, e quindi lo si taglia nuovamente in senso verticale nella zona dei fasci. Si sceglie la marza, la si taglia a cuneo e la si inserisce nel taglio della pianta facendo combaciare i fasci dei due soggetti.
È sempre bene lasciare il taglio sul fusto un po’ stetto in modo che la marza, per essere innestata, sforzi leggermente.
Successivamente si tengono fermi i due elementi per qualche giorno con l’aiuto di spine, aghi o elastici, finchè non si sono cementati. Negli innesti di piante grasse non si mai assolutamente il mastice per far saldare le due parti tra loro

Innesto per sovrapposizione o orizzontale

L’unica differenza rispetto al precedente è costituita dal taglio verticale: in pratica si esegue il taglio orizzontale su una parte verde (e quindi in vegetazione) del fusto lasciando liberi i fasci. Si prepara poi la marza allo stesso modo e la si sovrappone al fusto già tagliato.
Le due parti possono essere tenute insieme da elastici che vanno fatti passare sotto al vaso.

Dopo l’innesto
Una volta eseguito l’innesto bisogna porre le piante al riparo dalla luce diretta, in un luogo caldo e riparato fino a quando i tagli si saranno asciugati.
Per capire quando è il momento di togliere gli elastici bisogna osservare i tessuti cicatrizzati, che dovranno essere un pochino rigonfi e sollevati; questo significa che le piante hanno attecchito.
Molto spesso bastano pochi giorni di attesa per capire se l’innesto è andato a buon fine, ma per le piante più legnose possono volerci anche 25-30 giorni, perciò bisogna avere pazienza.


Altre informazioni sull'innesto in questo post.





moltiplicazione per innesto


Questa pratica viene utilizzata anche per curare, far crescere più velocemente o per migliorare l’estetica delle piante grasse. Spesso nei vivai capita di vedere delle formazioni fiorali proprio sul fusto troncato di netto di qualche cactacea: queste formazioni sono di solito il risultato di innesti ben riusciti.

Cosa significa quindi innestare? Significa togliere una porzione di vegetale, chiamata marza, da una pianta, per inserirla, ovvero innestarla, su un’altra pianta definita soggetto, in modo che i tessuti delle due parti si tocchino e possano saldarsi insieme.
La marza ed il soggetto devono essere affini, cioè devono provenire dalla stessa famiglia di piante: cactacee con cactacee, e così via.
I vegetali che si possono innestare sono quelli dotati di cambio, ovvero un tessuto meristematico vascolare e cibroso. Perciò non tutte le piante grasse si prestano all’innesto (per esempio Agave e Aloe non sono adatte), mentre è molto utilizzato per le cactacee. Per semplificare si può dire che sono innestabili tutte le piante dicotiledoni.

Il periodo più adatto per praticare un innesto è la fase di pieno vigore vegetativo, quando il tessuto del cambio ha ottime probabilità di saldarsi, è cioè dall’inizio della primavera fino ad agosto. Gli innesti eseguiti al di fuori di questo periodo attecchiscono molto raramente.

È bene scegliere con attenzione anche il soggetto: è bene evitare i soggetti troppo vecchi, deboli o danneggiati.
Come realizzare in pratica un innesto in questo post.

Aeonium


È un genere proveniente dall’area mediterranea, con foglie piuttosto carnose e di vari colori, disposte a rosetta su steli più o meno alti, semplici o a cespuglio.
I fiori, che hanno 8 o più sepali, spuntano formando grandi infiorescenze.
Queste piante crescono rapidamente, meglio se in piena terra e al sole. D’estate vogliono annaffiature abbondanti ma distanziate, perché rischiano di marcire. In inverno è meglio sospendere le annaffiature se la temperatura è bassa.
Possono essere coltivate all’aperto nelle zone dove il clima è piuttosto mite.
Vanno concimate con moderazione una volta all’anno, in primavera.
Si riproduce per semina e per talea.

Aeonium haworthii
Originaria delle isole Canarie, questa pianta della famiglia delle Crassulacee forma fitti cespugli, i cui rami emettono radici aeree. Le rosette di foglie sono di color verde-azzurro e hanno un diametro di circa 10 centimetri. I fiori sono bianchi.

Aeonium arboreum
Pianta mediterranea che cresce spontaneamente in Sicilia e Sardegna. Ha il fusto eretto, alto fino a un metro, con pochi rami.
La rosetta è composta da foglie lunghe anche 10 centimetri, a forma di spatola che termina con una breve punta.
Produce lunghe infiorescenze di fiori gialli.
Ne esistono diverse varietà che si caratterizzano per il diverso colore delle foglie.

Crassula

Sono piante originarie dell’Africa meridionale, fanno parte della famiglia delle Crassulacee e sono arbusti di varie dimensioni con foglie carnose.
Le Crassule producono piccoli fiori a cinque petali, a volte raccolti in infiorescenze. Alcune vegetano in inverno.
Le Crassule sono piante che non sopportano le temperature basse, ma in estate hanno bisogno di molto sole e aria fresca.
Crassula clavata, e le altre specie di Crassula con foglie chiare e ricperte di sostanza pruinosa vanno protette dai raggi del sole diretto.

Crassula arborescens
È un arbusto vigoroso, che può anche superare i due metri di altezza. Ha foglie tondeggianti e carnose, lunghe dai 5 ai 7 centimetri, di color grigio-vrde con margini rossi e macchioline verde scuro o rossicce sulla pagina superiore.
Produce fiori bianchi o rossicci, ma non fiorisce nel nostro clima temperato.


Crassula Lycopodioides
È un piccolo arbusto di circa 30 centimetri, con fusticini eretti che emettono foglie piccolissime e appuntite, opposte in modo da formare sul fusto quattro cordoncini continui simili alle scaglie di un serpente.
I fiori sono minuscoli, spuntano all’ascella delle foglie e hanno un odore pungente e sgradevole.

Crassula Lactea
È un piccolo arbusto che raggiunge al massimo i 60 centimetri, con foglioline ovali, carnose e appuntite, di color verde scuro brillante con puntini chiari lungo il margine. Le foglie spuntano in coppia riunite alla base.
Fioriscono in inverno, producendo infiorescenze allungate di fiori bianchi a forma di stella.

Crassula Portulacea
È un arbusto dal fusto nodoso e con molti rami. Nel suo habitat raggiunge anche i 2 metri di altezza, ha foglie ovali di circa 4 centimetri, di color verde brillante con margine rosso, ma non punteggiate (come Crassula arborescens).
Produce brevi infiorescenze di fiori rosa piuttosto grandi.


Crassula Tetragona
Arbusto dai rami eretti e sottili, con foglie cilindriche e appuntite, lunghe 2-3 centimetri e incurvate verso l’alto.
Produce fiori bianchi.
Deve essere annaffiata regolarmente perché la siccità può provocare la caduta dei rami più sottili.


Crassula Corymbulosa si riproduce facilmente tramite le foglie che dalla pianta cadono sul terreno.

Adromischus

Adromischus è un genere di piante facente parte della famiglia delle Crassulacee; queste succulente sono originarie del Sudafrica, hanno foglie spesse e carnose disposte a rosetta o sparse su brevi fusti. Le foglie possono assumere forme molto diverse: crestate, lisce, ovali, verdi o punteggiate.

Le Adromischus producono infiorescenze di piccoli fiorellini rosa o bianchi.
Queste piante vivono bene in casa se collocate in una zona molto illuminata e riparata dal freddo.
Le annaffiature devono essere abbondanti ma distanziate nel tempo, perché temono il ristagno di umidità. Di inverno è bene sospendere completamente le annaffiature.

Adromischus festivus

L’Adromischus festivus è particolarmente decorativa , con foglie ovali di color verde-azzurro e macchie scure rossicce.

Senecio

Il genere Senecio fa parte della famiglia delle Commelinacee (monocotiledoni con fiori a tre petali verdi esterni e tre colorati interni), e comprende oltre 1.500 specie diverse, tra cui alberi, arbusti ed erbe. Le succulente di questo genere hanno aspetti molto diversi tra loro. Tutte le piante appartenenti al genere Senecio però si riconoscono per le caratteristiche infiorescenze gialle “a capolino”.
I Senecio richiedono poca acqua, e durante l’inverno è preferibile non bagnarle affatto.
Sopporta bene le temperature basse fino ai 6-7°C purchè rimanga asciutta.
Ama un’espsizione soleggiata, ma riparata dal sole diretto del mezzogiorno in estate.
Si riproducono per talea.

Senecio kleinia detto anche Kleinia Nerifolia.
Fino a qualche anno fa Keleinia era considerato un genere a sé, ma adesso si preferisce considerarlo una specie appartenente al genere Senecio.
Questa pianta è originaria dell’Africa meridionale e delle isole Canarie, e forma cespugli che possono raggiungere anche i 3 metri di altezza.
Ha rami cilindrici striati con linee verde scuro, agli apici dei quali spuntano rosette di foglie caduche, sottili e appuntite, lunghe dai 10 ai 15 centimetri e di color grigio-verde.

Senecio kleinia


Senecio Scaposus
È una pianta originaria del Sudafrica, ha un tronco molto breve su cui si forma una rosetta di foglie cilindriche erette e piegate verso l’alto, ricoperte di peluria bianca quando la pianta è ancora giovane.
Questa pianta teme molto l’eccessiva umidità.




Senecio Scaposus


Moltiplicazione per talea delle piante grasse

Quello della moltiplicazione delle piante grasse è un passaggio che può dare grande soddisfazione ad un coltivatore, anche dilettante.
I metodi con cui si propagano le succulente sono vari, bisogna scegliere il più adatto alla specie coltivata e alle proprie capacità.

Moltiplicazione per via vegetativa
Moltiplicare per via vegetativa o agamica significa far nascere una nuova pianta senza l’ausilio della fecondazione, ma mediante il distacco di una porzione da un soggetto, che sarà poi in grado di emettere radici e crescere per formare un nuovo individuo simile al primo.
I metodi per via vegetativa sono per talea, per propaggine e per divisione dei cespi. Inoltre un altro mtodo per via vegetativa consiste nell’innestare su parti di una pianta gemme o porzioni di un altro vegetale che, saldatosi ai tessuti della pianta che lo riceve, crescerà come una parte di essa.

Moltiplicazione per talea
Per quanto riguarda le piante grasse è il metodo più conosciuto e quello che da maggiori soddisfazioni, dato che le nuove piante, quando sopravvivono, crescono e si sviluppano bene ed in fretta.
Quasi tutte le succulente, crescendo, danno origine a delle formazioni vegetali che stanno alla base del fusto o su di esso. Sono tenerissime, e quindi si staccano con molta facilità: la moltiplicazione per talea consiste nell’interrare queste porzioni. Ovviamente bisogna fare attenzione a non strappare la pianta formando delle sfilacciature dei tessuti che possono danneggiare la pianta madre o la talea. In questi casi è meglio tagliare nettamente la porzione, che poi andrebbe messa nella sabbia.
Prima di interrarla è bene aspettare qualche giorno, finchè il taglio non si è seccato.
Questa operazione non serve solo per ricreare nuove piante, ma può essere effettuata anche per curare le piante che stanno marcendo alla base o che hanno poco spazio.

Il substrato in cui interrare le talee deve essere molto sabbioso, può essere sistemato in vasi o bacinelle, in cui possiamo alloggiare anche più di una talea. Questo contenitore va tenuto in un luogo caldo e non direttamente soleggiato, e con la sabbia leggermente umida.
Le talee dovranno poi essere piantate a poca profondità, e se ci sono rametti esili o piuttosto lunghi ci serviremo dell’ausilio di un tutore che mantenga la pianta eretta.

Alcune piante, come certe Crassulacee, hanno la possibilità di ottenere talee anche dalle foglie: tolte ed insabbiate, riescono ad emettere dal punto dove sono state staccate delle radici proprie con molta facilità. Mentre la nuova piantina cresce, la foglia utilizzata come talea secca e muore.

Cotyledon

Sono piante sempreverdi originarie del Sudafrica, che appartengono alla famiglia delle Crassulacee e formano piccoli arbusti.
I fiori sono a forma di campana pendente di colore arancio o giallo-rossi, che spuntano al centro della rosetta.
È un genere di piante molto semplice da coltivare e quindi può essere scelto anche dai più inesperti.

Cotyledon orbiculata


È un arbusto che può raggiungere gli 80 cm di altezza, con fusti vigorosi ed eretti.
Le foglie sono molto carnose e di forma ovale, di color grigio-verde, sono ricoperte da una patina cerosa biancastra e sono orlate di rosso.
Emette un lungo ramo fiorifero con tanti fiori giallo-rossi a forma di ombrello.


Cotyledon orbiculata in fiore

Cotyledon ondulata

È una pianta a fusto unico che può raggiungere i 50 centimetri di altezza.
Le foglie sono carnose, ricoperte da una patina biancastra, oblunghe e toneggianti, con i margini ondulati e rivolti verso l’alto.

Cotyledon ondulata


Echinopsis


Gli Echinopsis sono piante sudamericane che provengono dalla Bolivia, Argentina e Brasile con fusti globosi che tendono a diventare cilindrici crescendo. Hanno coste dritte che sui margini hanno areole lanose abbastanza rade, dalle quali spuntano ciuffi di 10-15 spine dritte con le punte più scure. Possono raggiungere i 25-30 centimetri di altezza.

Gli Echinopsis fioriscono fin da giovani producendo fiori bianchi o rosa a forma di imbuto, molto grandi e lunghi; sbocciano di notte e durano soltanto il giorno successivo. Spesso i fiori sono anche profumati, e la pianta fiorisce dalla primavera fino alla fine dell’estate.
L’Echinopsis è un cactus delle zone aride, quindi richiede una posizione molto soleggiata e poche annaffiature.

Necessita di un periodo di riposo invernale con temperature comprese tra i 14°C e i 18°C e pochissima acqua. Dopo questo periodo, una volta arrivata la primavera si può concimare con un concime specifico per cactus per stimolare la fioritura.
Si riproduce grazie ai numerosi polloni che spuntano alla base del fusto, ma anche per seme e per talea.

Come rinvasare le Piante Grasse

Per togliere le piante globose dal vaso si avvolge la parte esterna del vegetale con un foglio di giornale ripiegato, e tenendolo fermo si fa ruotare delicatamente il vaso, fino ad estrarre il pane di terra. Per facilitare l’operazione si può inumidire la terra e dare dei colpetti leggeri sulle pareti del vaso.
Se le piante sono a fusto lungo e magari un po’ esili si afferrano alla base (proteggendo le mani con carta di giornale o con i guanti) e si capovolge il vaso, quindi si batte leggermente l’orlo su un ripiano fino ad estrarre la terra.
Se ci sono radici troppo lunghe che restano attaccate all’interno del vaso e aggrovigliate, è meglio tagliarne la parte terminale. Dopo il rinvaso, per evitare che le radichette marciscano, è bene attendere qualche giorno prima di annaffiare le piante.

Una volta estratto il pane di terra va liberato dal terriccio vecchio e sfruttato con scosse leggere, quindi si osserva che non ci siano parassiti infestanti e si tolgono le radici morte. Prima di riporle in un nuovo vaso, si pulisce bene quest’ultimo dalla vecchia terra che può essere rimasta sulle parteti.
Se in quel vaso è precedentemente morta una pianta è bene scottare l’interno del contenitore con acqua bollente per evitare che rimangano dei residui parassitari.

Per alloggiare la nuova pianta si deve coprire il buco per il drenaggio dell’acqua sul fondo del vaso con un coccio rovesciato, quindi si distribuisce sul fondo uno strato di sabbia abbastanza grossa e poi uno strato di sabbia più fine.
Quindi aggiungiamo la nuova terra e piantiamo la pianta, che dovrebbe avere ancora le radici accolte nel pane di terra. Se il pane si fosse sgretolato allarghiamo le radici con delicatezza, e quindi interriamo fino al colletto della pianta senza farla sprofondare e cospargiamo la superficie con sassolini di sabbia grossa.
Ricordate che la terra deve rimanere un paio di centimetri sotto all’orlo del vaso e che prima di annaffiare bisogna aspettare due o tre giorno per permettere alle radici rotte o tagliate di rimarginarsi.

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