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Epiphyllum


Si tratta di piante ibride, selezionate dai coltivatori incrociando i cactus del genere Epiphyllum con epifiti della foresta umida sudamericana, molto delicati e inadatti al cima delle serre di piante grasse.
Sono piante cespitose, che prsentano fusti cerosi, piatti o ritorti, simili a foglie spesse e allungate. I fusti, non sempre eretti ma anche ricadenti, sono lunghi fino a 90 centimetri e presentano margini dentellati o crestati, nei quali si trovano le areole lanose, con poche spine setolose o del tutto prive. Le areole sono piuttosto rade.

Gli Epiphyllum sono molto coltivati per la loro abbondante fioritura.
Preferiscono la luce solare indiretta o filtrata e non tollerano le basse temperature. Il terriccio deve essere ricco e sempre umido, diversamente dalla maggior parte delle piante grasse, che anche d’estate vanno bagnate solo quando il terriccio è ormai asciutto.
Hanno bisogno di un periodo di riposo invernale, poi, quando cominciano ad emettere boccioli, vanno concimati regolarmente.
Si moltiplicano per talea.


Epiphyllum Guatemalense Monstruosa

Espostoa

Le Espostoa sono piante originarie del Perù e della Bolivia, erette, semplici o ramificate, generalmente rastremate verso il basso. Hanno coste numerose e poco evidenti, fittamente punteggiate di areole da cui spuntano numerose spine morbide e setose; sono ricoperte da lunghi peli bianchi e molli che conferiscono loro un aspetto lanoso. Sotto ai peli il fusto è verde.
A volte la spina centrale è dritta e lunga, altre volte resta nascosta nella peluria. In alcune specie i peli si trovano solo nel cefalio, che compare su un lato del fusto vicino all’apice.

I fiori che spuntano lateralmente sono a forma di campanule con il tubo molto allungato. Nel loro habitat le Espostoa arrivano a raggiungere i 4 metri di altezza; coltivate raggiungono i 90 centimetri circa.
Le Espostoa crescono bene sia in pieno sole sia riparate. Hanno bisogno però ogni giorno di molte ore di luce.
D’inverno la temperatura non deve scendere al di sotto dei 7 °C di notte, di giorno dovrebbe restare intorno ai 15°C.
Annaffiare con attenzione e interrompere totalmente le annaffiature in inverno.
Espostoa Lanata

Espostoa Melanostele


Seminare le piante grasse

Anche la pratica della semina è utilizzata principalmente per alcuni tipi di piante grasse, come per esempio mesembriantemi e cactacee, e da grandissima soddisfazione, e poi seguire fin dall’inizio la crescita di una piantina permette di conoscere più da vicino alcune caratteristiche dei vegetali.

I semi
Sappiamo che i semi sono contenuti in un frutto, e anche i minuscoli semi delle piante grasse sono contenuti all’interno di frutti, in numeri variabili da poche unità fino a 3.000 o 4.000 semi di alcune specie.
A parte rare eccezioni questi semi sono piccolissimi e mantengono la loro terminabilità per anni, anche se è consigliabile non conservarli oltre gli 1-2 anni.

Come e quando seminare
Condizione fondamentale per la riuscita della semina è il calore, sia del terreno che dell’ambiente. La temperatura del terreno deve essere compresa tra un minimo d 16 °C ed un massimo di 20-22 °C, quindi è necessaria una cassetta da semina con riscaldamento artificale, comunemente reperibili in commercio. In caso non sia disponibile la cassetta riscaldata sarà necessario attendere la primavera per seminare.
A seconda della quantità di semi si sceglierà di seminare in cassette o vasi (almeno di una decina di cm di diametro) ed è bene segnalare con un cartellino tipo di semi e data di interramento.

Sul fondo del contenitore, dopo aver messo il solito coccio per drenare l’acqua, si pone della ghiaia fine per circa 1 cm di spessore; sopra poi si versa il terriccio da semina fino ad arrivare poco sotto all’orlo del contenitore.
A questo punto si semina: i semi molto piccoli non devono essere interrati, mentre quelli più grandi (ad esempio quelli di opunzia) vanno spinti leggermente sotto terra.
Infine si pone un pezzo di vetro o di plastica trasparente sul vaso.
Il vaso va sistemato in una zona calda ma al riparo dalla luce diretta. Se l’operazione è andata a buon fine, nel giro di due o tre settimane spunteranno le nuove piantine.

Ogni tanto è bene rimuovere il vetro e la plastica per pulirlo e togliere la condensa; l’aerazione non è necessaria finchè non si vedono spuntare i primi germogli verdi, solo allora terremo il contenitore coperto a metà, e poi con il crescere delle piante potremo toglierlo definitivamente.
Per il trapianto è bene attendere che le nuove piantine siano abbastanza robuste da sopportare un travaso.

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